Chi siamo

L'Associazione Orti di pace in Sicilia si pone quale organismo di raccordo tra realtà che operano sul territorio siciliano nell'ambito dell’istruzione, della formazione, della riabilitazione, ricorrendo a pratiche di coltura di piante e alberi collocabili nel contesto delle biotecnologie e del bioregionalismo. Attivando forme di cooperazione tra Università, Scuola, Enti di assistenza, Istituti di ricerca, Centri di recupero e riabilitazione, Impresa sociale, intende promuovere e sostenere interventi condivisi finalizzati alla diffusione di comportamenti eco-sostenibili e alla valorizzazione di tecnologie eco-compatibili.

L’attività si pone in continuità con la linea programmatica della rete nazionale degli Orti di pace sorta nel 2009 nel contesto dell’Ecoistituto di Cesena.

 


 

Frequente è il rimando alla terra quale luogo di importanti esperienze d’apprendimento/apprendistato delle più significative regole che sovrintendono alla vita, quale sede di attese di crescita, di risoluzione di conflitti ed esercizio della speranza, di armonico sviluppo delle potenzialità dell’essere umano nel contesto di quel sinergico, diversificato, sistema di forze che è la natura. L’impressione è che alla terra si guardi come ad un rifugio di preziose risorse indispensabili all’uomo, sede di vera e propria rigenerazione, di significativa partecipazione ad una vita non surrogata.

Si osserva, peraltro, il diffondersi di non poche esperienze educative, didattiche, rieducative, riabilitative e di sostegno alla persona condotte mediante pratiche di coltura di piante e alberi. Il verde diventa luogo partecipato da più soggetti a molteplici livelli. La Sicilia partecipa sottovoce, come spesso accade, a questo movimento che va assumendo dimensioni internazionali.

La coscienza di educatori, di responsabili dell’istruzione e della salute, della ricerca pedagogica, della promozione sociale in Sicilia ci chiama ad iniziative che siano di incremento, raccordo e tutela di tutte quelle buone pratiche che aprono, su questo terreno, ad orizzonti di crescita diffusa dell’esercizio attivo e critico dell’intelligenza, senza il quale non è dato reale sviluppo di risorse umane.

La pratica della coltura della terra è esperienza per tutti, rispetto alla quale non è possibile esercitare delega. Chiama ad entrare in gioco, e perciò è esercizio atto a generare una riconversione dell'uomo da fruitore a produttore, sollecitando in parallelo anche una ormai imprescindibile assunzione di consapevolezza rispetto ai quotidiani comportamenti di consumo.

Non ha senso porre i bambini ai piedi dell’albero della vita, educarli ad attendere che qualcuno colga in loro vece i frutti selezionati che appaiono essere i migliori. Non è selezionando che si produce il frutto migliore, ma lasciando spazio alla varietà nelle soluzioni e nelle forme viventi, immettendo nel circuito della formazione esperienze di impegno lavorativo che si traducano in espansione del soggetto e dunque nella sempre più chiara consapevolezza di quanto il destino di ognuno sia sempre individuale e sociale al tempo stesso.